Il disco intervertebrale è una struttura cilindrica appiattita situata tra i corpi vertebrale daC2-C3 a L5-S1, ventitré in tutto,
andando a costituire un quarto della lunghezza totale del rachide. Ogni disco ha un nucleo polposo situato al centro
ricco di proteoglicani che attraggono molecole di acqua e che vanno a costituirne l’88% della composizione totale del
nucleo fornendo al disco una funzione di ammortizzazione. Il nucleo si disloca con il movimento dele vertebre
portandosi verso la zona di decompressione. Il nucleo è circondato da un anello fibroso che lo imprigiona grazie a strati concentrici di collagene disposti obliquamente, verticalmente e orizzontalmente. Lo spessore del disco intervertebrale è diverso a seconda della zona di rachide di appartenenza: un maggior spessore dei dischi è un contributo positivo alla mobilità del rachide. È possibile affermare che le vertebre cervicali siano le più mobili, dove il rapporto tra spessore dei dischi e altezza della vertebra è pari a 2/5; nelle vertebre toraciche è 1/5 e nelle lombari a 1/3.
Il forame di coniugazione è detto anche forame intervertebrale perché definito da due vertebre contigue articolate. È delimitato superiormente dal margine inferiore del peduncolo vertebrale della vertebra soprastante, spesso incavato, inferiormente dal margine superiore del peduncolo della sottostante. Anteriormente è chiuso dalla superficie
posterolaterale del corpo vertebrale della vertebra soprastante e dal disco al disotto di essa e posteriormente dalla capsula delle articolazioni zigapofisarie e dal legamento giallo. Guarda quindi lateralmente, a parte nelle vertebre cervicali, dove guarda anterolateralmente.
Cresce in ampiezza a mano a mano che si scende: tra le vertebre lombari sono presenti i più larghi. Sono attraversati dai nervi spinali che nascono dal midollo come due radici: una sensitiva e l’altra motoria. Il forame consente l’innervazione e
la vascolarizzazione metamerica in quanto attraversato dai nervi meningei ricorrenti e dalle vene intervertebrali che
drenano il sangue dai plessi vertebrali interni ed esterni.
L’articolazione di Luschka, o articolazione uncovertebrale, è caratteristica delle vertebre cervicali. Intercorre tra i corpi
vertebrali da C2-C3 a C6-C7. I corpi di queste vertebre presentano dei processi a forma di semiluna (apofisi semilunari o processi uncinati) che emergono dalle porzioni laterali del contorno superiore e si articolano con la superficie
inferiore del soma della vertebra soprastante. Si tratta di un’artrodia (articolazione mobile caratteristica di superfici
articolari piane che permette solo movimenti di scivolamento) che affianca le articolazioni tra corpo e disco. Dà un
contributo positivo alla mobilità del tratto cervicale contenendo lateralmente il disco intervertebrale.
L’articolazione atlanto-occipitale è l’articolazione che intercorre tra la prima vertebra cervicale, l’atlante, e l’osso occipitaledel cranio. Nel versante esocranico dell’osso occipitale, lateralmente al forame occipitale sono presenti due superfici articolari a convessità inferiore detti condili occipitali che si articolano in maniera complementare alla superficie
articolare superiore delle masse laterali dell’atlante. Questa articolazione viene infatti definita condiloartrosi e permette la
flesso/estensione e la rotazione laterale. Anteriormente è rinforzata dalla membrana atlanto- occipitale anteriore
che si inserisce sul margine anteriore del grande forame occipitale e sul margine superiore dell’arco anteriore dell’atlante. Posteriormente è rinforzata dalla membrana atlanto-occipitale posteriore tesa dal margine posteriore del grande forame al margine superiore dell’arco posteriore dell’atlante.
L’articolazione atlanto-odontoidea è l’articolazione tra atlante (C1) e dente dell’epistrofeo (C2). Si tratta di un ginglimo
laterale (diartrosi conmovimento a cardine) che intercorre tra la superficie interna dell’arco anteriore dell’atlante e la superficie anteriore del dente dell’epistrofeo e che funge da perno articolandosi con l’atlante grazie al legamento crociato
dell’atlante. Oltre al legamento crociato dell’atlante, ulteriori legamenti che rinforzano questo ginglimo sono: legamento
apicale del dente, un legamento molto corto e sottile che origina dall’apice del dente e si inserisce sul punto mediano del margine anteriore del grande forame; i legamenti alari, coppia di legamenti che dai margini laterali del dente decorrono orizzontalmente portandosi al margine anteriore del grande forame; la membrana tettoria, ampio legamento che discende dal margine anteriore del forame occipitale lungo il canale vertebrale. Il movimento permesso da questa
articolazione è la rotazione. Questa articolazione è affiancata funzionalmente dall’articolazione atlanto- epistrofica
L’articolazione atlanto-epistrofica è un’artrodia tra la superficie articolare inferiore delle masse laterali dell’atlante (C1) e la superficie superiore dell’epistrofeo (C2). Essendo un’artrodia, sono consentiti esclusivamente movimenti di
scivolamento. Tra l’atlante e l’epistrofeo sono tese le membrane atlanto-epistrofica anteriore e posteriore. La
posteriore è tesa tra il margine inferiore dell’arco posteriore dell’atlante e le lamine dell’epistrofeo, ed è detta anche primo
legamento giallo. Analogamente per tutte le vertebre successive, tra margine inferiore dell’arco e margine superiore
dell’arco della vertebra sottostante, sono tesi i legamenti gialli, ricchi di fibre elastiche e sempre in tensione. Nel margine anteriore del forame vertebrale è presente una coppia di legamenti della porzione profonda della membrana tettoria che connettono le masse laterali dell’atlante con il corpo dell’epistrofeo. L’articolazione atlanto- epistrofica affianca funzionalmente l’articolazione atlanto-odontoidea.
I legamenti comuni delle vertebre sono legamenti condivisi da tutte le vertebre del rachide. Il longitudinale anteriore
decorre anteriormente ai corpi vertebrali originando dal tubercolo faringeo dell’osso occipitale come un cordone stretto che va aprendosi a mano a mano che scende. Passa a ponte su corpi e dischi ancorandosi specialmente ai corpi ossei e inserendosi finalmente sulla parte superiore del sacro. Il longitudinale posteriore origina al confine inferiore della
membrana tettoria, all’altezza di C2, e decorre posteriormente ai corpi vertebrali con andamento festonato, manda cioè
delle estroflessioni lateralisulle facce posteriori dei dischi intervertebrali, aderendovi, per poi terminare nel canale sacrale. Vi sono poi i legamenti gialli che originano dal margine inferiore di una lamina per inserirsi sul superiore sottostante. Sono ricchi di elastina, che ne dà il colore, e sono sempre in tensione estensiva. Successivamente vi sono i legamenti intertrasversali tra i processi trasversi e gli interspinosi, tra i processi spinosi. Inoltre, vi è il legamento sopraspinoso, origina da C7, passa a ponte sull’apice dei processi spinosi e termina a livello di S5. Il legamento sopraspinoso da C7 può essere considerato estensione del legamento nucale che origina dall’occipitale e si apre sul piano sagittale come una vela terminando in C7
L’arteria vertebrale è un vaso pari che origina dalla faccia superoposteriore dell’arteria succlavia. Passa attraverso i forami nei processi trasversi di tutte le vertebre cervicali ad eccezione della settima: l’arteria decorre quindi da C6 a C1.
Successivamente, piega medialmente dietro la massa laterale dell’atlante ed entra nel cranio attraverso il forame magno dove si anastomizza alla sua controlaterale in corrispondenza del ponte per formare l’arteria basilare (o tronco basilare). L’arteria vertebrale forma: i rami spinali ascendenti e discendenti con decorso verticale perl’irrorazione del midollo spinale; i rami muscolari a livello dell’atlante per la vascolarizzazione dei muscoli profondi di quella regione. Il ramo più grande dell’arteria vertebrale è l’arteria cerebellare inferiore posteriore che si anastomizza con le arterie cerebellari inferiore/superiore anteriore
(rami dell’arteria basilare)
Le vertebre cervicali si differenziano dalle vertebre tipo in quanto innanzitutto sono le più piccole a lovello di dimensioni. Inoltre il corpo vertebrale è più sviulppato nella sua componente trasversale rispetto a quella saggitale e presenta superolaterlamente due rilievi chiamati processi uncinosi, e inferolaterlamente due depressioni. Questi due elementi sono fondamentali per la formazione dell'articolazione sovrannumeraria detta "articolazione di Lushcka". Il processo trasverso delle vertebre cervicali è molto particolare in quanto e costitutio non da una lamina unica, bensì da tre laminette: una anteriore, una intermedia ed una posteriore. La lamina anteriore diparte dal corpo vertebrale e termina con un tubercolo, detto anteriore, che rappresenta l'elemento costale della vertebra e in C6 è un punto di repere per la carotide. La lamina posteriore invece diparte dai processi articolare e termina con un tubercolo, detto posteriore. Corpo vertebrale, processi articolari e laminete delimitano un forame detto trasversario, che offre passaggio alle vene e alle arterie vertebrali (esponi decorso arteria vertebrale). Compreso tra processo articolare e laminetta posteriore troviamo una docciatura che offre passaggio ai rami anteriori dei nervi spinali che passano quindi posteriormente all'arteria vertebrale, appena usciti dal forame intervertebrale. I processi articolari sono inclinati di 45° mentre il processo spinoso è breve, bifido e orientato orizzontalmente.
Le vertebre toraciche sono le vertebre più assimilabili alla vertebra tipo e differiscono per alcune caratteristiche. Il cropo vertebrale ha forma cilindrica e presenta al confine con i processi articolari delle emifaccete incrostate di cartilagine ialina che sono fondamentali nell'articoalzione costovertebrale con le teste delle coste. Inoltre presenta a livello del processo trasverso, che è orientato posterolaterlamente rispetto al corpo, un ulteriore faccetta artciolare per l'articolazione con la faccetta presente a livello del tubercolo costale, costituendo quindi il secondo punto di articolazione fra colonna vertebrale e coste. I processi articolari sono posti in verticale, limitando molto la mobilità in flessoestensione di queste tratto, mentre i processi spinosi sono più lunghi rispetto a quelli cervicali, abbastanza stretti ma anche molto più inclinati verso il basso.
Il corpo vertebrale delle vertebre lombari è il più massiccio a forma di cilindro e più alto nella parte anteriore piuttosto che in quella posteriore. I processi articolari sono ruotati rispetto ai processi articolari delle vertebre toraciche: T12 possiede già la rotazione del processo articolare simile a quella delle vertebre lombari. Le faccette dei processi superiori sono disposte posteriormente e medialmente. Il processo trasverso è uguale a quello di T12, ovvero si risolve in tre tubercoli, uno anteriore e due posteriori, posti uno sopra l'altro e detti processo mammillare (quello superiore, in rosso) e processo accessorio (quello inferiore, in rosa). Quello anteriore (esterno in rosa) è particolarmente sviluppato all’infuori e rappresenta l'elemento costale di questa vertebra, e prende il nome di processo costiforme.
E’ un osso triangolare, costituito da cinque vertebre fuse, presenta una forma a piramide triangolare rovesciata con una base superiore ed un apice inferiore. Si può descrivere in tre superfici:
- superficie anteriore: è fortemente concava e rivolta anteriormente e in basso. È una superficie liscia senza particolari irregolarità. Sulla linea mediana sono presenti quattro linee trasversali che rappresentano il punto di sinostosi tra i corpi delle vertebre sacrali. Ai loro lati di esse sono presenti 4 paia di fori, chiamati fori sacrali anteriori e attraversati dei rami anteriori dei nervi sacrali, in tutto sono 5 paia, che si dividono dai rami posteriori prima di uscire dall’osso sacro. Lateralmente ai fori sacrali sono presenti delle docciature che si formano per la fusione dei processi costiformi delle singole vertebre. è fortemente concava e rivolta anteriormente e in basso. È una superficie liscia senza particolari irregolarità. Sulla linea mediana sono presenti quattro linee trasversali che rappresentano il punto di sinostosi tra i corpi delle vertebre sacrali. Ai loro lati di esse sono presenti 4 paia di fori, chiamati fori sacrali anteriori e attraversati dei rami anteriori dei nervi sacrali, in tutto sono 5 paia, che si dividono dai rami posteriori prima di uscire dall’osso sacro. Lateralmente ai fori sacrali sono presenti delle docciature che si formano per la fusione dei processi costiformi delle singole vertebre.
-superficie posteriore: La superficie posteriore è invece piuttosto irregolare, convessa e presenta diversi rilievi ossei che formano soprattutto delle creste. Nell’ordine, procedendo dal centro verso i margini, si incontrano:
• cresta sacrale media: derivata dalla fusione dei processi spinosi delle vertebre sacrali.
• Docciature (sx e dx): derivate dalla fusione delle lamine delle singole vertebre. Le lamine di S5 rimangono non fuse, e formano un’apertura a forma di U rovesciata, detta iato sacrale. A delimitare inferiormente questa apertura concorrono altri due rilievi ossei, ovvero i corni del sacro, derivati dai processi articolari superiori di CO1. Lo iato sacrale dà normalmente passaggio al quinto paio di nervi spinali di livello sacrale e all'unico nervo coccigeo.
• Cresta sacrale intermedia o articolare (sx e dx): derivata dalla fusione dei processi articolari delle singole vertebre. Di questi rimangono visibili i processi articolari superiori di S1, ovvero le superfici rivolte posteriormente e medialmente che vanno ad articolarsi con i processi articolari inferiori di L5 dell'articolazione lombosacrale, detta anche cerniera lombosacrale. Lateralmente alle creste mediali sono presenti quattro paia di forami sacrali posteriori, più piccoli di quelli anteriori, che comunicano con il canale sacrale e danno passaggio ai rami posteriori dei nervi sacrali
• Cresta sacrale laterale (sx e dx): formata dalla fusione dei processi mammillare ed accessorio delle singole vertebre.
- superficie laterale: ha un’ampiezza variabile. Nella parte inferiore è sottile. Nella parte superiore si allarga e origina la superficie auricolare del sacro (in azzurro), la cui forma ricorda appunto il padiglione auricolare e che si articola con l’osso iliaco a livello della superficie auricolare dell’osso dell’anca. Tale articolazione è nota come sacro-iliaca. Presenta inoltre un tubercolo sacrale posto superiormente, fondamentale per l’inserzione dei legamenti sacro-iliaci.
- base del sacro: La base del sacro è piuttosto appiattita ed è rivolta verso l’alto. Essa mostra la superficie superiore del corpo di S1 e va ad articolarsi con la superficie inferiore di L5. Questa articolazione prende il nome di lombosacrale o cerniera lombosacrale. Il margine anteriore della superficie superiore del corpo di S1, che risulta essere particolarmente pronunciato all’infuori, prende il nome di promontorio ( in verde). Ai lati della superficie della faccia articolare lombo-sacrale si trovano due superfici triangolari piuttosto espanse ed appiattite che prendono il nome di ali del sacro. L’ala del sacro corrisponde al processo trasverso costiforme della prima vertebra e corrisponde all'elemento cosiddetto costale del sacro. Il margine anteriore dell’ala del sacro è particolarmente tagliente e si chiama linea terminale. Questa linea terminale nella linea omonima dell’osso dell’anca. Queste linee contribuiranno alla delimitazione dello stretto superiore al piccolo bacino.
-canale vertebrale: canale sacrale è la continuazione del canale vertebrale nel sacro, si identifica nella parte posteriore rispetto alla superficie superiore del corpo di S1, presenta una forma triangolare e termina nello iato sacrale. In questo caso, come anticipato, il forame di coniugazione, in corrispondenza del quale i nervi spinali si separano in ramo anteriore e posteriore, è nascosto all’interno dell’osso sacro, e si rende visibile solo in seguito ad una sezione sagittale. I nervi spinali si separano quindi all’interno del canale vertebrale e i rami anteriore e posteriore dipartono già da dentro quest’ultimo.
x
Risulta dalla fusione di tre, quattro o cinque elementi coccigei, quindi la struttura è molto variabile.
Rimane abbastanza visibile la prima vertebra coccigea CO1 della quale si riconoscono:
- la superficie articolare superiore del corpo, che si articola con l'apice del sacro;
- i processi articolari superiori, ovvero i corni coccigei che vanno ad articolarsi con i corni sacrali e completano la struttura dello iato sacrale;
- il processo trasverso.
Le altre vertebre coccigee sono molto modificate rispetto a tutte le altre vertebre delle altre regioni.
Ossificazione della doppia artrodia che si instaura fra i processi articolari di S1 e L5
E’ una sinfisi in quanto è presente un disco fibrocartilagineo, coinvolge la faccia articolare inferiore del corpo vertebrale di L5 e quella superiore del corpo di S1. Il sacro ha una forma piuttosto concava ed è fortemente inclinata: L5 non sta “comodissima” su S1 Lo scivolamento di L5 su S1 viene impedito dalle articolazioni zigoapofisarie, ossia dai processi articolari inferiori di L5 e da quelli superiori di S1 (gli unici riconoscibili). L’ossificazione della doppia artrodia che si forma fra i processi articolari di S1 ed L5 prende il nome di ISTMO LOMBOSACRALE.
L'articolazione fra sacro e coccige avviene su due livelli. Si instaura una sinfisi fra la superficie articolare inferiore del corpo di S5 e la superficie articolare superiore del corpo di CO1, con interposizione del disco fibrocartilagineo. Poi un'articolazione zigoapofisaria, ovvero una doppia artodia, fra i cornetti sacrali e i corni coccigei, che rappresentano i processi articolari superiori ed inferiori di S5 e CO1.
A sostenere queste articolazioni ci sono legamenti tesi tra il sacro e il coccige. Si distinguono in anteriori, posteriori e
laterali. I primi sono tesi tra la superficie anteriore del sacro, nella sua porzione inferiore, e la superficie anteriore
del coccige, rinforzando in avanti questa articolazione. I legamenti sacro-coccigei posteriori, suddivisi in
profondi e superficiali, sono tesi tra la porzione inferiore della superficie dorsale del sacro e quella dorsale del
coccige, andando a chiudere lo iato sacrale. Gli ultimi, infine, sono tesi tra la cresta sacrale laterale ed il processo
trasverso della prima coccigea. Essi formano una sorta di quinto paio di fori sacrali e spesso il quinto paio di
nervi sacrali, escono da questo forame delimitato da questi legamenti, che molto spesso si ossificano;