Il latino resiste ancora saldamente al livello più alto della cultura; esso è pane quotidiano dei giuristi, nonostante si riveli anche presenza del volgare e la mescolanza dei due codici.
Il latino è prevalente in opere di filosofia, medicina e matematica.
Assistiamo ad un vero e proprio trionfo della letturatura volgare, con il fiorire di autori tra i massimi della nostra tradizione (Ariosto, Tasso, Guicciardini, Machiavelli).
La crisi umanistica del volgare era ormai superata e gli intellettuali avevano in genere una fiducia crescente nella nuova lingua, accresciuta graziea l processo di regolamentazione in corso.
Oltre al successo letterario, il volgare scritto raggiunse un pubblico più ampio e nuovi spazi in tutti i settori del sapere.
Attraverso una regolamentazione normativa, che produsse una normatizzazione grammaticale, l'italiano raggiunse uno status di lingua d cultura di altissima dignità, con un prestigio considerevole riconosciuto anche all'esterno.
Il volgare appare nelle scienze, quando si tarttava di stampe d'opere di divulgazione, tanto che avevano spazio rilevante le cosiddette "arti applicate"; quanto al settore umanistico-letterario vero e proprio, il volgare trionfava nella letteratura e si affermava vistosamente nella storiografia, grazie a Machiavelli e Guicciardini.
La regolamentazione del volgare esposta nelle "Prose della volgar lingua", 1525.
L'interminabile serie di discussioni sulla natura del volgare e sul nome da atribuirgli, intesa come fase in cui le teorie estetico-letterarie si collegano ad un progetto concreto di sviluppo delle lettere e alla sua esecuzione da parte dll'industria editoriale.
L'opera è divisa in tre libri, di cui il terzo contiene una grammatica in forma dialogica, dalla quale emerge il chiaro profilo dell'italiano teorizzato da Bembo sulla base dell'uso degli scrittori che egli ammirava.
I primi due libri sono una dissemina di tutti i temi dibattuti pertinenti alla storia linguistica, alla formazione del linguaggio letterario, alla teoria della letteratura, alla teoria estetica e retorica.
Personaggi storici sono, che rappresentano le tesi messe a confronto, sono:
-Carlo Bembo: tesi di Pietro Bembo
-Giuliano de' Medici: firoentino in uso
-Federigo Fregoso. tradizione del volgare
-Ercole Strozzi: latino
Nelle "Prose" viene svolta un'ampia analisi storico-linguistica, secondo la quale il volgare sarebbe nato dalla contaminazione del latino ad opera degli invasori barbari e il riscatto del volgare, contaminato per le sue barbare origini, sarebbe stato possibile solo grazie agli scrittori e alla letteratura.
Il discorso i spostava poi al campo della letteratura, la cui sorte veniva giudicata inscindibile da quelle della lingua.
Quando Bembo parla di lingua volgare, intende il toscano trecentesco di Petrarca, Boccaccio e in parte Dante.
Requisito necessario per la nobilitazione del volgare era un totale rifiuto della popolarità, ecco perchè Bembo non accetta integralmente la "Divina Commedia" dantesca e qualhce problem sorgeva i riferimento alle parti del "Decameron" nelle quali emergeva vivace il parlato.
Bembo si preoccupa, quindi, di precisare che il modello linguistico a cui si doveva far riferimento non stava nei ialoghi, ma nello stile vero e proprio dello scrittore, caratterizzato dalla sintassi latineggiante, dalle inversioni e dalle frasi gerundive.
Le teorie del letterato vientino Giovan Giorgio Trissino sono strettamente legate alla riscoperta ddel "De vulgari eloquentia".
In un'opera, il "Castellano", sostiene che la lingua poetica di Petrarca fosse composta di vocaboli provenienti da ogni parte del mondo, quindi non definibile come fiorentina, bensì italiana.
Trissino negava la fiorentinità della lingua italiana e faceva appello alle pagine in cui Dante aveva condannato la lingua fiorentina, contestandone ogni pretesa di primato letterario.
Machiavelli nel "Discorso o dialogo intorno alla nostra lingua", dimostra la prpria reazione alle idee di Trissino: immagina di dialogare con Dante, condannandolo a corregere i propri errori, cioè a facendogli ammettere di aver scritto in fiorentino e non in lingua curiale.
Trissino non è mai nominato, ma l'allusione è esplicita, in quanto Machiavelli parla di letterati non toscani, in particolare vicentini, che volevano farsi indebitamenti maestri di lingua e viene rivendicato il primato linguistico di Firenze contro le pretese dei settntrionali.
-Per alcuni, come Varchi, il trattato conteneva vere e proprie sciocchezze, cose che Dante non avrebbe mai scritto.
-Gli individui ostili delle teorie linguistiche fiorentinistiche erano ben contenti nel trovare appoggio in Dante; mentre coloro che avevano fiducia nel primato naturale della lingua fiorentina gli furono avversi.
-"Regole grammaticali della volgar lingua" di Francesco Fortunio 1516
-"Osservazioni nella volgar lingua" di Ludovico Dolce 1550
-"Osservazione della lingua volgare dei diversi uomii illustri" di Sansovino di Venenzia, 1562
-"De lingua che si parla e scive in Firenze" Giambullari 1522
-"La fabbrica del mondo" di Francesco Alunno di Ferrara 1548
-"Le tre fontane" del Liburnio.
Le Accademie svolsero nel Cinquecento una funzione di primo piano in quanto in essere si organizzarono gli intellettuali e vennero dibattuti i principali problemi culturali di attualità.
-Accademia degli Infiammati
-Accademia della Crusca
-Accademia fiorentina
-Accademia degli Umidi
La commedia si rivela come il genere ideale per la realizzazione di un vivace mistilinguo o per la ricerca di particcolari effetti del parlato.
Un caratteristico inguaggio poetico del Cinquecento, coerente con il modello di Bembo e caratterizzato dalla scelta di un vocabolario lirico selezionato e di un repertoio di topoi.
Lo stile di Tasso viene giudicato scuro, distorto, sforzato, aspro, la lingua è troppo culta e si rivela una mistura di voci latine pedantesche, straniere, lombarde, nuove, composte, ecc.
I cruscanti giudicavano che Tasso, rispetto ad Ariosto, non fosse facile da intendere, ma costringesse i lettori alla lettura silenziosa e ad un esame visivo del testo.
Tasso non riconobe il primao fiorentino, la tradizione toscana è sentita come un patrimonio comune e non qualcosa di limitato.
Nella sua "Antologia", Tasso proponeva la distinzione tra fiorentino antico e moderno, contestando che i fiorentini potessero ambire ad essere migliori giudici di altri, poichè fossero competenti di letteratura, e arrivava a affermare che la lingua volgare fosse qualche cosa di separato dal volgo, avendo acquisito una dimensione colta, non popolare.
Inoltre, osserva che la lingua di Dante era stata più fiorentina di quella di Petrarca, ma meno poetica; mentre per contro Petrarca era stato più poetico, ma meno fiorentino.
Il problema dell'utilizzo del volgare emerse anche nella catechesi e nella predicazione eil rapporto tra la Chiesa e la lingua volgare fu affrontata nel dibattito che si svolse al Concilio di trento, sull leggimità delle traduzioni della BIbbia.
Tra la seconda e la terza edizione dell'"Orlando furioso", influenzato dall'uscita delle "Prose" di Bembo, si dedica ad un processso di revisione linguistica.
Bembo osserva che spesso si è costretti a usare parole non nobili, ma vili, dispettose, dure con allusione al suono, caratterizzato dalla presenza marcata di consonanti.
Parole utilizzate da Dante, come "stregghia" "biscazza", sarebbero da evitare, cosi come situazioni e argomenti che indicano ad usarle.
La circolazione di genti diverse favoriva il diffondersi di una lingua di conversazione superregionale di qualità alta, di base toscana, ma disponibile ad apporti diversi.
Aspetto importante è che essi non volessero restringersi all'imitazione del toscano arcaico, ma preferissero far riferimento all'uso vivo di un ambiente sociale determinato, quale la corte.
L'aggiunta di due segni dal greco, "epsilon" e "omega", per distinguere l'apertura delle vocali "e" e "o".
Dal fatto che il trissino non rese mai pubblico il testo originalie, ma una traduzione di esso; il testo originale dell'opera fu stampato nel 1577 a Parigi da Jacopo Corbinelli.
Egli aveva maturato un'esperienza culturale al di fuori della sua città essendo stato esule a causa di trascorsi politici antimedicei; a Padova ebbe modo di frequentare l'Accademia degli Infiammati, dove era viva la leione di Bembo.
Una volta rientrato a Firenze dopo il perdono accordatogli da Cosimo de' Medici, ebbe il merito di introdurre il bembismo nella città toscana.
L'Accaddemia della Crusca, ancora oggi attiva, la cui fondazione risale 1582; essa si fece conoscere per la polemica condotta da Salviati contro la "Gerusalemme liberata" di Tasso a sostegno del primato di Ariosto, oltre all'opera di "rassettatura" del Decameron.
Quelle relative al maestro dell'architettura latino Vitruvio.
"La storia naturale" ("Naturalis Historia") di Plinio, anticipata da Landino nel Quattrocento.
-splendido esempio di prosa molto diverso dal modello proposto da Bembo
-l'autore scrive in un firoentino ricco di latinismi e varie parole latine (etiam, tamen), le quali hanno la funzione di ricollegare questa scrittura a quella quattrocentesca di tipo cancelleresco
-in latino è il titolo dell'opera e dei vari capitoli
-fu pubblicato solo milti anni dopo la sua composizione, la prima stampa risale al 1532 presso l'editore Baldo, a Roma
-finì all'Indice dei libri proibiti e le ristape divennero rare
-oggi disponiamo dell'edizione critica del trattato, con elementi di modernizzazione
La pubblicazione della raccolta "Navigazione e viaggi" di Ramusio, cioè la silloge di tutti i libri disponibili riunti in un corpus ampio.
L'interesse per la letetratura di viaggio è data dalla possibilità di reperire in essa neologismi e forestierisi, legati alle descrizione di luoghi e nazioni eotiche, inoltre essa può esprimere un interesse linguistico specifico.
Lo spagnolo si afferma come lingua internazionale, insieme al portoghese.
Nel Cinquecento si assiste ad una crescita sostanziale dell'impiego della lingua italiana, che possiamo verificare nelle scritture e nelle stampe.
Aumentarono le occasioni di scrivere, cresce l'uso della ligua anche tra persone di scarsa cultura.
La compresenza di diversi codici per i diversi personaggi secondo tendenze che finirono per ccristallizzarsi e che si ritrovano anche nella commedia dell'arte:
-agli innamorati si addice il toscano,
-ai vecchi il bolognese o il veneziano,
-per i capitani e per i bravi dello spagnolo,
-ai servi il bergamasco, milanese o napoletano
Giambattista Porta e Andrea Calmo
Problema editoriale:
-l'editio princeps uscì anonimo e senza dati tipografici, recando sul frontespizio il titolo "Commedia di Callimaco e Lucrezia"
-l'unico manoscritto che trasmette il testo, il "Rediano 193" della Bivlioteca Medicea Laurenzina a Firenze, non è di mano di Machiavelli e reca la data 1519
-dall'edizione princeps dipendono tute le stampe successive fino all'edizione curata da Roberto Ridolfi, che per la prima volta tenne conto del manascritto ripiano
Catteristiche:
-le battute si susseguono in una prosa vivace ricca di colori locali e di elementi de parlato
-i personaggi sono caratterizzati linguisticamente: Callimaco si esprime in unregistro elevato rispetto agli altri personaggi; Nicia indulge al motto fiorenista, proverbi, espressioni gergali e doppi sensi.