1454
Lo scisma d'Oriente, noto anche come scisma del 1054, fu una divisione tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa orientale che ebbe luogo nel XI secolo. La causa principale dello scisma fu la divergenza di opinioni sulla leadership della Chiesa, la liturgia e la teologia.
Il primo Giubileo fu indetto nel 1300 dal Papa Bonifacio VIII che fissò una scadenza della festività ogni 100 anni. In seguito si fissò ogni 50 anni, ma i Giubilei ebbero scadenze sempre diverse a seconda degli eventi.
In base a tale sistema gli abitanti di un villaggio o di un gruppo di villaggi erano affidati a un colono spagnolo (encomendero), cui spettava il compito di proteggerli e provvedere alla loro cristianizzazione in cambio della riscossione di tributi in natura o in forma di lavoro obbligatorio non retribuito.
Il concilio di Costanza, (1414-1418) è il XVI Concilio riconosciuto ecumenico dalla Chiesa cattolica, convocato a Costanza dall'antipapa Giovanni XXIII e presieduto dal re dei Romani Sigismondo per porre fine allo scisma d'Occidente. Ottenne le dimissioni di papa Gregorio XII e depose gli altri due contendenti.
Durante il periodo che va dal 1294 al 1414, la Chiesa cattolica attraversò diverse fasi cruciali e significative nella sua storia. Ecco una panoramica generale di alcuni eventi salienti:
1. Papi di Avignone (1309-1377):
Nel 1309, Papa Clemente V trasferì la sede papale da Roma a Avignone, in Francia, inaugurando così il periodo dei "Papi di Avignone". Questa mossa fu principalmente il risultato delle tensioni politiche e delle interferenze nell'elezione papale. Durante questo periodo, molti Papi risiedettero a Avignone, mantenendo una forte influenza sul papato e sulla Chiesa. Questo periodo vide anche un periodo di grande lusso e corruzione all'interno della Chiesa.
2. Lo Scisma d'Occidente (1378-1417):
Il 1378 segna l'inizio dello Scisma d'Occidente, una divisione nella Chiesa cattolica che vide l'esistenza contemporanea di più Papi. Dopo la morte di Papa Gregorio XI, sia un conclave a Roma che uno a Avignone elessero un nuovo papa ciascuno: Urbano VI a Roma e Clemente VII ad Avignone. Questo evento scatenò una divisione all'interno della Chiesa che durò per decenni, con diversi Paesi e seguaci che sostenevano uno o l'altro papa. Lo Scisma d'Occidente ebbe profonde conseguenze sulla politica europea e sulla credibilità della Chiesa cattolica.
3. Concili ecumenici: Durante questo periodo si tennero vari concili ecumenici, riunioni dei vescovi di tutta la cristianità per discutere e risolvere questioni teologiche e disciplinari. Uno dei più significativi fu il Concilio di Costanza (1414-1418), che affrontò lo Scisma d'Occidente e mise fine alla divisione all'interno della Chiesa. Durante questo concilio, l'antipapa Giovanni XXIII fu deposto, e Martin V fu eletto papa, ponendo fine allo scisma.
4. Crescente critica e riforma:
Durante questo periodo, si intensificarono anche le critiche verso la Chiesa cattolica, soprattutto per la sua corruzione, il lusso e l'abuso di potere. Questa critica alimentò il desiderio di riforme, che sarebbero emerse con maggior forza nel periodo successivo. Movimenti come quelli dei Lollardi in Inghilterra e di John Wycliffe portarono avanti un'opposizione radicale alle pratiche e alla dottrina della Chiesa, anticipando le richieste di riforma che caratterizzeranno il XVI secolo.
In breve, il periodo che va dal 1294 al 1414 nella storia della Chiesa cattolica è caratterizzato da sfide significative come il trasferimento del papato a Avignone, lo Scisma d'Occidente, i concili ecumenici e la crescente critica che avrebbe preparato il terreno per le riforme successive.
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La differenza nella visione della realtà tra il Medioevo e il Rinascimento è significativa e riflette una trasformazione profonda nella concezione del mondo, dell'umanità e della conoscenza. Ecco una panoramica delle principali differenze:
Medioevo (circa 500-1500 d.C.):
Teocentrismo: Nel Medioevo, la visione prevalente della realtà era teocentrica, cioè centrata su Dio. La Chiesa cattolica esercitava una forte influenza sulla vita sociale, culturale e intellettuale. La realtà era interpretata principalmente attraverso una lente religiosa, con Dio come principio unificante e scopo finale di tutto.
Rigida stratificazione sociale: La società medievale era fortemente stratificata, con una chiara gerarchia sociale in cui il clero, la nobiltà e il popolo comune occupavano posizioni distinte e immutabili.
Scolastica: L'approccio dominante all'apprendimento era scolastico, basato sulla fede e sulla tradizione. La filosofia aristotelica, interpretata attraverso la lente cristiana, dominava il pensiero intellettuale. L'obiettivo principale dell'educazione era la salvezza dell'anima.
Rinascimento (circa 14°-17° secolo):
Antropocentrismo: Con il Rinascimento, si assiste a un graduale spostamento dall'approccio teocentrico a uno antropocentrico, cioè centrato sull'uomo. L'umanesimo rinascimentale promuoveva l'importanza dell'individuo, della ragione umana e della bellezza terrena. Si sviluppava un nuovo interesse per la conoscenza del mondo materiale e per il potenziale umano.
Nuova visione dell'arte e della scienza: Il Rinascimento vide l'emergere di nuove forme d'arte e di espressione, con una maggiore attenzione alla prospettiva, alla natura e all'anatomia umana. Nella scienza, si assistette a un rinnovato interesse per l'osservazione empirica e la sperimentazione, contrapponendosi alla visione medievale prevalentemente teologica.
Esplorazione e scoperta: Il Rinascimento fu un periodo di grande esplorazione e scoperta geografica, in cui gli europei si avventurarono in terre sconosciute e scoprirono nuovi orizzonti culturali e geografici. Ciò contribuì a ampliare la visione del mondo e a sfidare le concezioni tradizionali.
In sintesi, mentre il Medioevo era caratterizzato da una visione teocentrica e fortemente influenzata dalla Chiesa, il Rinascimento vide l'affermarsi di un'umanità che prendeva maggiormente il controllo della propria realtà, promuovendo l'importanza della ragione, dell'arte e dell'esplorazione del mondo materiale.
Nel Medioevo l'uomo era visto principalmente come un essere divino, soggetto alla volontà di Dio e alla sua gerarchia sociale, nel Rinascimento emerse un'immagine dell'uomo come individuo dotato di ragione, creatività e libertà individuale, con il potenziale per influenzare attivamente il proprio destino e contribuire al progresso dell'umanità.