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E’ un muscolo spino-appendicolare (originano dalla colonna vertebrale e raggiungono le ossa della cintura pettorale e l’omero) ed un muscolo estrinseco dell’arto superiore, si trova nel dorso, superficialmente. Ha la forma di un grande ventaglio e si sviluppa per tutta la colonna cervicale e toracica fino a T12, mentre lateralmente si porta fino alla spina scapolare e all’acromion. Viene innervato dal nervo accessorio e da fibre propriocettive da C2 e C3.
Date le sue grandi dimensioni viene diviso in tre porzioni differenti, ognuna con la propria funzione. La prima porzione viene chiamata "discendente" e si sviluppa dalla protuberanza occipitale esterna e sul legamento nucale fino al processo spinoso di C7 e si porta verso il terzo laterale del margine posteriore della clavicola e del processo acromiale. Ha il compito di connettere il cingolo scapolare con il collo e aiuta nei movimenti di abduzione della spalla e di flessione laterale e rotazione del capo (quando si fa punto fisso nella spalla). Importante è anche la funzione stabilizzatrice operata sulla scapola e sul cingolo scapolare.
La seconda parte, detta trasversa si estende dal legamento sopraspinoso e dai processi spinosi della settima vertebra cervicale e delle prime tre vertebre toraciche andando ad inserzionarsi al margine mediale dell’acromion e labbro superiore della cresta o margine posteriore della spina della scapola. Essa ha la funzione di spostare la scapola in direzione mediale e stabilizzarla sul tronco.
La terza parte, detta ascendente, prende origine dal legamento sopraspinoso e dai processi spinosi di T2/T3 fino a T12, si inserisce alla parte mediale della spina della scapola e ha la funzione di stabilizzazione, retrazione e abbassamento della scapola.
E' un muscolo spino-appendicolare, estrinseco dell'arto superiore, superficiali, posto in posizione dorsale e che data la sua grande superficie viene diviso in più porzioni: porzione costale, vertebrale, iliaca, scapolare. La sua origine si trova a livello del: la parte vertebrale va dal processo spinoso di T7 a quello di T12, mentre la parte iliaca ha origine sul foglietto posteriore della fascia toracolombare, legamento sopraspinoso delle vertebre lombari e sul labbro esterno della cresta iliaca. È presente anche una piccola parte costale con delle inserzioni sulla decima e dodicesima costa, mentre la parte scapolare ha sull’angolo inferiore della scapola.
Tutti i vari fasci muscolari vanno poi ad inserirsi (facendo un avvolgimento su sé stesso chiamato “amaca” sul quale poi si poggia il muscolo grande rotondo) sulla cresta del tubercolo minore dell’omero.
La sua funzione è quella di collaborare nei movimenti di adduzione, intrarotazione ed estensione posteriore.
E’ un muscolo allungato e appiattito, decorre dalla faccia posteriore della scapola al corpo dell’omero, passando inferiormente al muscolo piccolo rotondo, è il muscolo che, come detto prima, si inserisce “sull’amaca” del grande dorsale. Origina dall’angolo inferiore della scapola dalla porzione inferiore di un’area rugosa posta tra la fossa infraspinata e il margine laterale della scapola (detta area dei muscoli rotondi inferiormente all’origine del muscolo piccolo rotondo. Si inserziona al tubercolo minore dell’omero, corpo dell’omero e labbro mediale del solco intertubercolare dell’omero. E' innervato dal nervo sottoscapolare inferiore.
La sua funzione è compiere la retroversione del braccio e collabora per la rotazione interna e l’adduzione del braccio
Si tratta di un altro muscolo largo e superficiale come il gran dorsale e il trapezio. E' un muscolo estrinseco del torace e toraco-appendicolare. È suddiviso in tre porzioni: una sterno-costale, una claveare e una addominale.
origine:
- porzione sterno-costale: superficie anteriore dello sterno, cartilagini costali dalla 1° alla 6°
- porzione claveare: superficie anteriore della metà radiale della clavicola fino allo sterno
- porzione addominale: foglietto anteriore della guaina dei muscoli retti
inserzione: Il grande pettorale nell’insieme forma un avvolgimento su sé stesso che va a inserirsi nella cresta del tubercolo maggiore dell’omero. Le sue fibre si incrociano: la parte addominale è quella che si inserisce nella porzione più prossimale dell’omero. Si forma così il pilastro ascellare anteriore o al labbro laterale del solco intertubercolare dell’omero
innervazione: insieme al muscolo piccolo pettorale è innervato dai due nervi pettorali (C5-T1).
funzione:
- porzione claveare: anteposizione dell’arto superiore, antiversione dell’omero nell’articolazione glenomerale
- porzione sterno-costale: intrarotazione e adduzione dell’arto superiore
- porzione addominale: passo crociato (in maniera analoga al grande dorsale, connette l’arto superiore attraverso la guina dei retti con l’arto inferiore del lato opposto).
Un’altra funzione cui collabora il grande pettorale è l’inspirazione (spesso, infatti, dopo uno sforzo, è necessario inspirare profondamente appoggiando gli arti superiori in modo da avere come punto fisso l’omero e utilizzare il grande pettorale).
Il muscolo deltoide è voluminoso e di forma triangolare, con base rivolta in alto, corrispondente alla scapola e alla clavicola, e apice in basso, corrispondente al terzo superiore della diafisi dell’omero, ricopre la parte laterale dell’articolazione glenomerale, conferendo alla spalla la sua forma arrotondata. Viene tradizionalmente diviso in tre porzioni: anteriore, media e posteriore.
origine: la porzione anteriore a livello del ⅓ laterale della clavicola, la porzione media sul margine laterale e superficie superiore dell’acromion, la porzione posteriore sul labbro inferiore del margine posteriore della spina della scapola
inserzione: tutte le porzioni vanno ad inserzionare a livello della tuberosità deltoidea dell’omero.
innervazione: è innervato dal nervo ascellare
funzione: lavora nell’abduzione dell’omero fino ai 90° (superati i 90° intervengono maggiormente i muscoli che muovono la scapola). La contrazione della sola parte anteriore determina la rotazione interna e la flessione dell’articolazione glenomerale, che è invece ruotata esternamente ed estesa dalla contrazione della sola parte posteriore.
MUSCOLO PICCOLO ROMBOIDE
E’ un muscolo estrinseco del dorso, spino-appendicolare, separato dal grande romboide da un interstizio.
Origine: legamento nucale, processi spinosi di C7-T1
Inserzione: bordo mediale della scapola all’altezza della spina della scapola
Innervazione: nervo dorsale della scapola, che origina dal plesso brachiale
funzione: Piccolo e grande romboide intervengono nell’elevazione e nell’adduzione della scapola.
E’ un muscolo estrinseco del dorso, spino-appendicolare, separato dal piccolo romboide grazie ad un interstizio.
- Origine: processi spinosi di T2-T5
- Inserzione: bordo mediale della scapola tra la spina e l’angolo inferiore
- Innervazione: nervo dorsale della scapola, che origina dal plesso brachiale
- Funzione: piccolo e grande romboide intervengono nell’elevazione e nell’adduzione della scapola.
E’ un muscolo estrinseco del dorso e spino-appendicolare. È ricoperto dai muscoli
trapezio e sternocleidomastoideo e profondamente si trova in rapporto con i muscoli splenio e lunghissimo del collo, dentato posteriore superiore e scaleno posteriore. Lavora in sinergia nell’elevazione della scapola con i muscoli romboidi.
- Origine: 4 capi originano dalle apofisi trasverse da C1 a C4
- Inserzione: margine supero-mediale della scapola
- Innervazione: nervi spinali C3, C4, C5
- Funzione: eleva la scapola e partecipa alla sua intrarotazione; con azione unilaterale ruota e flette il rachide cervicale; con azione bilaterale estende il rachide cervicale,
Per descrivere l’azione del muscolo elevatore della spalla è importante definire se si prende come punto fisso la spalla o il rachide.
- Rachide come punto fisso: il muscolo elevatore della scapola, contraendosi, tira l’angolo superiore della scapola verso l’alto ruotandola in senso orario e determinando la sua elevazione.
- Spalla come punto fisso: il muscolo elevatore della scapola, contraendosi, determina l’inclinazione laterale del rachide cervicale con una lieve estensione laterale. Con una contrazione bilaterale degli elevatori della scapola si ha invece un’estensione posteriore
Il muscolo gran dentato è situato nella parete laterale del torace ed è costituito da tre gruppi di fasci muscolari. È in rapporto, superficialmente e anteriormente,con i muscoli grande pettorale, piccolo pettorale, sottoscapolare e, sempre superficialmente ma posteriormente, con il muscolo grande dorsale. Profondamente è in rapporto con i muscoli intercostali, ricoprendo le coste. Il muscolo dentato anteriore contribuisce alla formazione della parete mediale dell’ascella.
- origine: il gruppo superiore origina dalle prime due coste, quello medio dalla seconda, terza e quarta costa, l’inferiore dalle coste successive fino alla decima
- inserzione: I fasci muscolari raggiungono lateralmente la faccia costale della scapola inserendosi al suo margine mediale
- innervazione: nervo toracico lungo (ramo collaterale dorsale del plesso brachiale)
- funzione: mantenere la scapola all’interno del torace e di consentirne la rotazione, portando la glenoide progressivamente verso il lato, dunque, facilitando l’abduzione dell’omero.
Poggia sullo stesso piano del gran dentato e, pertanto, è avvolto dalla stessa fascia. E’ un muscolo estrinseco del torace, in particolare toraco-appendicolare.
- Origine: faccia esterna e dal margine superiore della terza, della quarta e della quinta costa, in prossimità della cartilagine
- Inserzione: si inserisce al processo coracoideo della scapola
- Innervazione: nervi pettorali laterali e mediali
- Funzione: lavora essenzialmente sulla scapola, abbassandola e ruotandola. Infatti, pur essendo inserito sul processo coracoideo (appartenete alla scapola), permette comunque l’inserzione a tutti i muscoli anteriori
E’ l’unico muscolo della loggia posteriore dei muscoli del braccio. È contraddistinto da una grande voluminosità e complessità, perché è composto (come dice il nome) da tre capi: uno biarticolare e gli altri due monoarticolari, in particolare si evidenzia un capo-lungo, un capo laterale e un capo mediale.
-origine: il capo lungo del muscolo tricipite brachiale origina dal tubercolo infraglenoideo della scapola, il capo laterale dalla faccia posteriore del corpo dell’omero al di sopra del solco per il nervo radiale e dal setto intermuscolare laterale del braccio, il capo mediale dalla faccia posteriore del corpo dell’omero al di sotto del solco per il nervo radiale e dai setti intermuscolari mediale e laterale del braccio.
-inserzione: I tre capi si uniscono in un unico ventre che continua in basso con un grosso tendine che si inserisce all’olecrano dell’ulna
-innervazione: nervo radiale (decorre dal plesso brachiale)
-funzione: Questo muscolo è il più potente estensore del gomito e lavora in estensione e in adduzione per la spalla.
E’ un muscolo appartenente alla loggia anteriore del braccio. E’ il muscolo più importante di questo distretto ed è composto da due capi: un capo lungo e un capo corto.
- origine: Il capo lungo è quello che abbiamo già visto nella cuffia dei rotatori che origina nel tubercolo sopraglenoideo della scapola. Il capo breve si inserisce a livello del processo coracoideo, unendo i due ventri.
- Inserzione: Il capo lungo decorre nel solco intertubercolare, il capo breve sulla tuberosità radiale e sulla tuberosità bicipitale del radio
- innervazione: nervo muscolocutaneo
- funzione: un’azione flessoria del gomito, oltre che ad una supinatoria, a condizione che l’avanbraccio si trovi in pronazione. Infine, possiede un importante azione stabilizzatrice (lavorando sulla glena omerale) e flessoria della spalla
Fa parte dei muscoli della loggia anteriore del braccio, ed è un muscolo monoarticolare.
È posto profondamente e medialmente al capo breve del muscolo bicipite brachiale e dalla scapola si porta all’omero.
- origine: processo coracoideo
- inserzione: glena omerale inserendosi solo sulla superficie mediale del terzo medio dell’omero, esattamente sul lato opposto della tuberosità deltoidea
- innervazione: nervo muscolocutaneo
- funzione: flettere l’omero e permetterne l’abduzione.
Fa parte dei muscoli della loggia anteriore del braccio. Largo e appiattito, posto profondamente al muscolo bicipite brachiale unisce l’omero all’ulna.
- origine: facce anteromediale e anterolaterale dell’omero, appena sotto la tuberosità deltoidea
- inserzione: si porta in basso fino all’articolazione del gomito, dove continua con un tendine che si inserisce alla tuberosità dell’ulna
- innervazione: nervo muscolocutaneo
- funzione: contraendosi flette l’articolazione del gomito
E’ un muscolo dell’avambraccio, in particolare è il più laterale dello strato superficiale della loggia anteriore. E’ un muscolo bicipite, che origina con un capo sull’omero e con l’altro sull’ulna. E' ricoperto in superficie dalla fascia antibrachiale e dal lacerto fibroso.
Origini: dall’epitroclea dell’omero e dal processo coronoideo dell’ulna (nella sua porzione più prossimale).
Inserzioni: decorre lateralmente e verso il basso, inserendosi sulla metà della faccia laterale del radio. È apprezzabile al tatto, palpando il solco mediale a livello del gomito.
Innervazione: è innervato dal nervo mediano.
Funzioni: consente la pronazione dell’avambraccio e la flessione di questo sul braccio.
E’ un muscolo dell’avambraccio, appartenente alla porzione superficiale della loggia anteriore, in posizione mediale rispetto al pronatore rotondo e laterale rispetto al palmare lungo. È apprezzabile alla palpazione con il polso in flessione, in corrispondenza della base dell’eminenza tenar (viene analizzata più avanti). Non passa per il tunnel carpale, ma attraverso un canale osteofibroso formato da scafoide, trapezio e legamento trasverso del carpo
Origini: dall’epitroclea.
Inserzioni: si porta fino alla superficie palmare in corrispondenza della base del secondo osso metacarpale e, a volte, del terzo; sulle superfici posteriori di questi ultimi, si inseriscono, inoltre, l’estensore radiale breve e l’estensore radiale lungo del carpo]. In flesso-estensione, i muscoli sono antagonisti; in abduzione, invece, il flessore e l’estensore sono sinergici: le loro componenti vettoriali si annullano reciprocamente, determinando una maggiore stabilità a livello del polso.
Innervazione:nervo mediano.
Funzioni: non ha una funzione propria, ma collabora con gli altri muscoli in pattern motori differenti: coopera alla flessione dell’avambraccio sul braccio, agendo principalmente come stabilizzatore del movimento ed è un debole pronatore, quindi collabora con il pronatore rotondo. È coinvolto nell’abduzione e nella flessione del polso.
E’ un muscolo dell’avambraccio, in particolare appartiene alla porzione superficiale della loggia anteriore. È fiancheggiato lateralmente dal tendine del flessore radiale del carpo e dal tendine del flessore ulnare del carpo, che si inserisce alla base dell’eminenza ipotenar.
Il muscolo palmare lungo è assente nel 20% degli individui. Può essere omolaterale, ossia presente in corrispondenza di un solo lato.
Non passa per il tunnel carpale, ma sulla faccia anteriore del legamento trasverso del carpo.
Origini: dall’epitroclea dell’omero.
Inserzioni: si inserisce a livello dell’aponeurosi palmare che, come suggerisce il nome, ricopre il palmo della mano.
Innervazione: nervo mediano.
Funzioni: è un debole flessore della mano e del gomito ed è un tensore fasciale, in quanto tende l’aponeurosi palmare in senso prossimale. Contraendosi, tende l’aponeurosi, spingendola verso il basso.
E’ un muscolo dell’avambraccio, in particolare è il muscolo più mediale della porzione superficiale della loggia anteriore. Lateralmente ad esso può esserci il muscolo palmare lungo, in quanto è assente nel 20% degli individui, oppure il muscolo flessore radiale del carpo. E’ un muscolo bicipite in quanto ha un capo che origina dall’ulna e uno dall’omero.
Origini: capo omerale dall’epitroclea omerale mentre capo ulnare dal margine mediale dell’olecrano e dai due terzi superiori del margine posteriore del corpo dell’ulna
Inserzioni: si inserisce distalmente sull’osso pisiforme, sull’osso uncinato e sul quinto osso metacarpale. Avvolge il pisiforme, che è considerato un osso sesamoide.
Innervazione: è innervato dal nervo ulnare, di cui segue il decorso.
Funzioni: dal punto di vista funzionale, è simile al flessore radiale del carpo. È un flessore dell’avambraccio e del polso ed è coinvolto nell'abduzione ulnare insieme all'estensore ulnare del carpo, posto posteriormente.
E’ un muscolo dell’avambraccio che giace su un piano intermedio tra quello superficiale e quello profondo della loggia anteriore. E’ un’ampia lamina di tessuto che passa nel tunnel carpale insieme al nervo mediano, terminando su 4 tendini
origine: un capo omerale dall’epitroclea (è, perciò, spesso classificato come muscolo dello strato superficiale della loggia anteriore), con un capo ulnare dal processo coronoideo dell’ulna e con un capo radiale dalla parte prossimale della faccia anteriore del corpo del radio. Fra il capo ulnare e quello radiale si interpone un arco tendineo, al di sotto del quale passano vasi e nervi.
inserzioni: termina con quattro tendini, che si inseriscono ai lati della seconda falange delle dita (secondo-quinto dito, escluso il pollice, la terza falange è contattata, invece, dal tendine del flessore profondo delle dita, muscolo appartenente allo strato profondo della loggia anteriore, che verrà analizzato più avanti) Il flessore superficiale delle dita si biforca e ciascun ramo si inserisce rispettivamente sul lato esterno ed interno della seconda falange, consentendo il passaggio del tendine del flessore profondo, posto inferiormente. Il risultato di tale organizzazione è una maggiore stabilizzazione della seconda falange e del tendine del flessore profondo delle dita, che risulta essere, così, ancorato al dito.
innervazione: è innervato dal nervo mediano.
funzioni: è un flessore del polso e delle dita, in particolare della seconda falange sulla prima (eccetto il pollice, la flessione della terza falange, o falange distale, invece, è a carico del muscolo flessore profondo delle dita)
E’ un muscolo dell’avambraccio in particolare fa parte della sezione profonda della loggia anteriore. E’ posto medialmente al muscolo flessore lungo del pollice
Origini: dai due terzi prossimali della faccia anteriore dell’ulna e dalla membrana interossea, posta tra radio e ulna.
Inserzioni: passa attravero il tunnel carpale assieme al nervo mediano e si inserisce mediante quattro tendini alla base delle falangi distali del secondo-quinto dito (tutte le dita, eccetto il pollice).
Innervazione: dal nervo mediano, in particolare dalla sua branca interossea palmare; i fasci più mediali, tra il quarto e il quinto dito, sono innervati, invece, dal nervo ulnare.
Funzioni: è un flessore del polso e delle dita, in particolare della falange distale (eccetto il pollice). Per testare il tendine del flessore profondo delle dita, si deve valutare in maniera isolata l’ultima falange.
E’ un muscolo dell’avambraccio, in particolare della porzione profonda della loggia anteriore. E’ posto lateralmente al muscolo flessore profondo delle dita.
origini: dalla membrana interossea e dalla faccia anteriore del radio.
inserzioni: si inserisce distalmente sulla base della falange distale del pollice. (N.B. il pollice ha solo due falangi, quindi la seconda falange del pollice è anche la sua falange distale).
innervazioni: è innervato dal nervo mediano.
funzioni: è coinvolto nella flessione palmare della mano e nella flessione del pollice.
E’ una lamina muscolare appiattita di forma quadrangolare posta nell’avambraccio, in particolare della porzione profonda della loggia anteriore, risultando il più profondo tra tutti. E’ situato in maniera da essere aderente al piano osseo radioulnare.
origine: dal margine anteriore dell’ulna nel suo quarto distale.
inserzioni: si inserisce a livello del quarto distale del margine anteriore del radio. Non presenta veri e propri tendini.
innervazione: è innervato dal nervo mediano (branca interossea anteriore).
funzione: è responsabile della pronazione dell’avambraccio
E’ un muscolo della loggia laterale dell’avambraccio. E’ posto anteriormente al muscolo brachioradiale. Costituisce la forza opposta a quella del flessore radiale del carpo del compartimento anteriore.
origine: origina dal terzo inferiore del margine laterale dell’omero, dall’epicondilo laterale dell’omero e dal setto intermuscolare laterale (è una struttura anatomica che separa i muscoli della parte anteriore (flessori) da quelli della parte posteriore (estensori) dell'avambraccio.)
inserzione: il ventre muscolare prosegue in un tendine che decorre sulla faccia laterale del radio, si porta quindi dorsalmente per inserirsi sulla base dorsale del secondo metacarpo
innervazione: le logge laterale e posteriore sono innervate dal nervo radiale e dalle sue diverse branche.
funzioni: collabora nell’estensione e nell’abduzione della mano; è inoltre un flessore del gomito, infatti stabilizza lateralmente il gomito mentre questo è sforzato durante un movimento.
Il muscolo brachioradiale è un muscolo della loggia laterale dell’avambraccio, abbastanza grande e molto lungo, è un muscolo monoarticolare, infatti, pur inserendosi molto distalmente, non supera l’articolazione radio-carpica e di conseguenza il suo effetto è solo sull'articolazione del gomito. Essendo una leva molto lunga, risulta di conseguenza molto efficace.
origini: si inserisce a livello della cresta sopracondiloidea laterale dell’omero.
inserzioni: il ventre muscolare scende lungo la faccia antero-mediale del radio e si inserziona al processo stiloideo del radio.
Innervazione: è innervato dal nervo radiale
Funzioni: flessione e stabilizzazione laterale del gomito (permette di sollevare un oggetto senza che il gomito ceda). Inoltre collabora sia per la supinazione che sulla pronazione: se il braccio è in pronazione o supinazione lo porta fino alla posizione neutra. Collabora quindi con i muscoli supinatori o pronatori a seconda della posizione del gomito.
E’ un muscolo della loggia laterale dell’avambraccio. Si trova posteriormente e lateralmente al muscolo estensore radiale lungo. Costituisce la forza opposta a quella del flessore radiale del carpo del compartimento anteriore.
origini: origina in posizione più distale (molto vicino al gomito), a livello dell’epicondilo laterale dell'omero, dalla fascia antibrachiale, dal legamento collaterale radiale e dal setto intermuscolare. Il ventre continua in un tendine che decorre sulla faccia laterale del radio, insieme al tendine dell’estensore radiale lungo
inserzioni: si inserisce sulla faccia dorsale alla base del terzo metacarpale. L’estensore radiale breve del carpo ha una corrispondenza anatomica perfetta con l’estensore lungo.
innervazione: nervo radiale
funzioni: le sue funzioni sono le stesse dell'estensore radiale lungo del carpo e collabora con esso in tutte le sue funzioni, ovvero collabora nell’estensione e nell’abduzione della mano; è inoltre un flessore del gomito, infatti stabilizza lateralmente il gomito mentre questo è sforzato durante un movimento.
Sulla parte anteriore c’è un flessore superficiale e uno profondo, posteriormente invece non c'è questa divisione ma c'è solo un estensore. E’ un muscolo della loggia posteriore dell’avambraccio, si trova lateralmente al muscolo estensore del mignolo, e mediale rispetto al muscolo estensore radiale breve del carpo.
origini: parte dall’epicondilo laterale dell'omero e scende a livello dell’ulna fino al radio creando un tendine ampio
inserzioni: A metà dell’avambraccio si divide in 4 fasci i cui tendini poi, passando posteriormente al polso, si inseriscono alla 1^ falange e poi si dividono in tre linguette, di cui quella mediana si fissa alla 2^ falange e quelle laterale e mediale alla 3^ falange del 2°-5° dito (no pollice). Con i suoi tendini attraversa il 4° condotto del legamento dorsale del carpo; a livello dei metacarpali i 4 tendini sono uniti da giunzioni tendinee
innervazione: nervo radiale
funzioni: estensione della mano e di tutte le dita eccetto il pollice.
L’estensore del mignolo è un muscolo superficiale della loggia posteriore dell’avambraccio. E’ posto medialmente al muscolo estensore comune delle dita e lateralmente al muscolo estensore ulnare del carpo.
origini: origina dall’epicondilo laterale dell'omero, leggermente più in profondità rispetto all'estensore comune delle dita.
inserzioni: termina sul quinto dito.
innervazione: nervo radiale
funzioni: permette l'estensione del mignolo, ci sono alcune dita infatti (come l'indice) che possono estendersi in modo indipendente dalle altre dita. Altre invece, ad esempio l'anulare, non si possono estendere da sole perché non hanno un estensore specifico.
E’ un muscolo superficiale della loggia posteriore dell’avambraccio. E’ posto medialmente rispetto al muscolo estensore del mignolo e il più mediale dell’intera loggia posteriore.
origini: origina alla fine dell’epicondilo laterale dell’omero
inserzioni: si inserisce a livello del quinto osso metacarpale
innervazione: nervo radiale
funzioni: è un estensore e adduttore della mano
E’ un muscolo superficiale della loggia posteriore dell’avambraccio. È l'ultimo muscolo epicondiloideo, è aderente al piano osseo radio-ulnare.
origini: epicondilo posteriore laterale dell’omero. È l'ultimo muscolo epicondiloideo, è aderente al piano osseo.
inserzioni: si inserisce sul processo laterale dell’olecrano e sulla parte posteriore del corpo ulnare.
innervazione: nervo radiale
funzioni: può essere considerato come un tensore capsulare, essendo molto aderente al retro del gomito aiuta a tirare in fuori la capsula durante l’estensione. Altrimenti, con l'estensione, la capsula diventerebbe meno tesa e potrebbe quindi pinzarsi, ad esempio, a livello dell'olecrano o a livello radiale. Questo muscolo invece la tira in fuori in modo che questa non venga pinzata (esiste un meccanismo simile a livello del ginocchio). Collabora inoltre con l'estensione del braccio
E’ un muscolo dello strato profondo della loggia posteriore dei muscoli dell’avambraccio.
origini: epicondilo laterale dell'omero (anche se è una minima componente), legamento collaterale radiale dell’articolazione del gomito e legamento anulare del radio, e dalla faccia posteriore del corpo dell’ulna, a livello della cresta del muscolo supinatore
inserzioni: con i suoi fasci avvolge il radio e va ad inserirsi nel terzo superiore delle sue facce anteriore e laterale
funzioni: andando in pronazione questo muscolo avvolge ancora di più il radio e, contraendosi, provoca una supinazione (= ruotare esternamente) dell’avambraccio.
innervazione: è innervato dal nervo radiale
E’ un muscolo della porzione profonda della loggia posteriore dei muscoli dell’avambraccio.
origine: faccia dorsale dell'ulna e membrana interossea.
inserzioni: Il ventre muscolare si dirige in basso e lateralmente, fino a incrociare i tendini dei muscoli estensore radiale lungo ed estensore radiale breve del carpo, quindi continua con un tendine che, attraversato il primo canale del retinacolo dei muscoli estensori, si inserisce alla superficie laterale della base del primo osso metacarpale.
innervazione: nervo radiale
funzioni: la sua funzione è quella di abdurre del pollice, anche se può collaborare in altre funzioni.
E’ un muscolo della porzione profonda della loggia posteriore dei muscoli dell’avambraccio.
origini: faccia dorsale dell’ulna, un po' più distale rispetto all’abduttore lungo.
inserzioni: Si dirige in basso e lateralmente e continua con un tendine che, attraversato il terzo canale del retinacolo dei muscoli estensori, decorre sulla faccia dorsale del primo osso metacarpale, inserendosi alla base della falange distale del pollice
funzioni: estende il pollice, può collaborare in altre funzioni.
innervazione: nervo radiale
E’ un muscolo della porzione profonda della loggia posteriore dei muscoli dell’avambraccio.
E’ posto medialmente rispetto al muscolo abduttore del pollice.
origine:origina dalla faccia posteriore del corpo del radio e dalla membrana interossea dell’avambraccio.
inserzioni: termina alla base della falange prossimale del pollice (è detto breve perché inizia più distalmente e finisce prima).
innervazione: nervo radiale
funzioni: la sua funzione è di estendere il pollice
L’aponeurosi palmare è una lamina fibrosa che copre tutta l'area della mano e fornisce inserzione per i muscoli intrinseci della mano.
I muscoli dell'eminenza tenar sono:
Abduttore breve del pollice
Opponente del pollice (fondamentale per l'evoluzione della specie perché permette l'opposizione del pollice);
Flessore breve del pollice;
Adduttore del pollice.
Questi muscoli non sono muscoli di forza ma sono specifici per muovere in maniera precisa e dettagliata la mano, e permettono azioni come scrivere e cucire. Sono innervati dal nervo mediano, tranne il flessore breve e l’adduttore del pollice che hanno una componente del nervo ulnare.
Da un punto di vista motorio la mano è innervata molto di più del nervo ulnare rispetto al mediano ma il mediano innerva la maggior parte dei muscoli dell'eminenza Tenar e i muscoli più superficiali. Il flessore breve ha una componente più superficiale innervata dal mediano mentre la componente profonda è innervata dall’ulnare. L’adduttore del pollice è tutto carico dell'ulnare. Questo comporta che quando è presente la sindrome del tunnel carpale non si ha solo un danno sensitivo ma anche un’atrofia a carico dei muscoli del nervo mediano, quindi la massa dell'eminenza Tenar diventa vuota. Questo si può osservare nelle persone anziane in cui non c'è una vera eminenza ma è quasi scavata, rimane la componente del nervo ulnare che però è profonda e la componente del nervo mediano tende a sparire a diventare atrofica, dunque il muscolo perde il suo tono
I muscoli dell'eminenza ipotenar sono:
- Abduttore del mignolo;
- Flessore del mignolo;
- Opponente del mignolo.
Innervazione: sono tutti innervati dal nervo ulnare.
Sono muscoli intrinseci della mano.
I muscoli lombricali sono dei muscoli peculiari perché originano da un tendine e si inseriscono su una aponeurosi (non hanno quindi nessuna inserzione ossea).
origine. dalla parte radiale dei tendini del muscolo flessore profondo delle dita
inserzione: si vanno inserire a livello delle basi della prima falange.
funzioni: flessione delle metacarpo-falangee.
innervazione: sono innervati dal nervo ulnare.
Sono muscoli intrinseci della mano. Sono divisi in palmari e dorsali.
origini: sia i palmari che i dorsali originano dalle ossa metacarpali
inserzioni: vanno alla base delle falangi prossimali
innervazione: nervo ulnare
funzioni: la capacità di tenuta e di stringere tra le dita, ci sono anche altre funzioni ma quella specifica di questi muscoli è la capacità di tenuta tra le dita.